Sapevate che Boccaccio rubava manoscritti e codici preziosi? E che Alberto Moravia si divertiva a passeggiare con un gufo in spalla? Queste e tante altre curiosità le trovate nel libro di Tommaso Guaita e Lorenzo Di Giovanni, Vite segrete dei grandi scrittori italiani. Tutto ciò che non vi hanno mai raccontato sui grandi scrittori italiani pubblicato da Electa e in libreria da pochi giorni.
Il libro racconta le vicende meno conosciute dei grandi protagonisti della letteratura italiana ed è arricchito da 70 illustrazioni.
Noi di San Paolo store abbiamo intervistato per voi i due autori.
San Paolo Store: La scuola ci ha abituati a immaginare gli scrittori come uomini seriosi e dediti solo alla letteratura. Dal vostro libro sembra che non sia proprio così, anzi ne emerge un ritratto molto umano e desacralizzato. È solo una nostra impressione o è davvero così?
Guaita&DiGiovanni: È davvero così. Gli scrittori, così come ogni essere umano, hanno una vita privata fatta di piccole manie, nevrosi e vizi. Basta grattare la superficie per venire a conoscenza di comportamenti insoliti, situazioni bizzarre e personalità sfaccettate. Pensiamo a Manzoni, che nel nostro immaginario è altero e ieratico come nel celebre ritratto di Hayez, ma in realtà era consumato dall’ansia: non poteva uscire di casa se non accompagnato, era terrorizzato dal cinguettio degli uccellini e non riusciva a camminare sul terreno bagnato.
SPS: Potete rivelarci la stranezza che vi ha colpito maggiormente e se, dopo aver scritto questo libro, leggerete con occhi diversi qualcuno di questi autori?
G&DG: Scrivendo questo libro ci siamo imbattuti in tantissime storie curiose ed è difficile sceglierne una sola. C’è Pirandello, sposato con una matta che lo osservava dai piedi del letto con un coltellaccio in mano mentre lui dormiva; poi ci sono Carlo Emilio Gadda e la sua celebre bulimia, che lo portò a divorare dodici uova davanti a un esterrefatto Ungaretti; e che dire del grande Primo Levi, talmente soggiogato dall’anziana madre invalida da dover interrompere più volte un’intervista con un mostro sacro come Philip Roth?
SPS: Le vite e la scrittura di Elsa Morante e Alberto Moravia sono strettamente intrecciate, chi dei due era più “originale”?
G&DG: Se il rapporto tra Moravia e Morante non fosse stato così tormentato, i due scrittori romani confermerebbero appieno il detto “gli opposti si attraggono”, tuttavia mai coppia fu peggio assortita. Dei due Morante era senza dubbio la più “stravagante”, sempre in preda dei suoi umori mutabili, un po’ maga e un po’ gattara; mentre Moravia era emotivamente distaccato e freddo, ma anche capace di improvvisi scatti d’ira e governato da una sessualità un po’ perversa. Un aneddoto su tutti: Morante che mostra urlando le parti intime all’amato Luchino Visconti nel bel mezzo di piazza San Marco, a Venezia.
SPS: È stato un lavoro molto lungo e complesso recuperare così tanti aneddoti sulla vita degli scrittori italiani? E come vi siete divisi il lavoro?
G&DG: La ricerca e la scrittura hanno richiesto un anno di lavoro. Naturalmente abbiamo consultato moltissime biografie vecchie e nuove, tantissimi carteggi, diari e articoli di giornale, ma soprattutto abbiamo letto l’opera degli scrittori, che più di ogni altra fonte permette di comprenderne il carattere. La divisione è stata semplice: metà autori a uno e metà all’altro, andando un po’ a simpatia. Abbiamo la grande fortuna di essere buoni amici e non c’è stato alcun litigio di sorta… almeno in questa prima fase!
SPS: Un’ultima domanda: c’è uno scrittore che vi sarebbe piaciuto inserire ma che, magari per ragioni di spazio, è rimasto fuori dal libro?
G&DG: Ce ne sono molti, visto che la lista iniziale contava quasi sessanta nominativi. Quelli che fino all’ultimissimo sono rimasti in ballo sono Iginio Ugo Tarchetti, Salvatore Quasimodo, Alda Merini e Guido Morselli. In particolare ci è molto dispiaciuto “tagliare” quest’ultimo, di cui entrambi amiamo i libri, ma che ci è sembrato meno riconoscibile di altri per il grande pubblico.