Illustratrice e grafica per i maggiori editori italiani, Sara Benecino è talentuosa e simpatica. A pochi giorni dalla pubblicazione de La carezza di Dio. Il catechismo di Papa Francesco sulla famiglia per il quale ha realizzato delle tenere e ironiche illustrazioni, l’abbiamo intervistata per voi.
Uno dei tuoi ultimi lavoro è La carezza di Dio. Il catechismo di papa Francesco sulla famiglia di don Andrea Ciucci. Non è strano disegnare una versione a fumetti di papa Francesco?
Ho avuto modo di affrontare una versione a fumetti di papa Francesco già in un altro libro, ma devo dire che ne La carezza di Dio mi piace di più perché lì ritrovo maggiormente il mio stile. Nel primo libro ho cercato di cogliere forse eccessivamente troppi particolari del volto del Papa, con il risultato di snaturare il mio stile essenziale, fatto di linee semplici. In questa versione, anche grazie ai preziosi consigli di una persona con la quale collaboro da anni, sono riuscita a far emergere i punti di forza del mio stile così da rendere il mio lavoro più naturale.
Quando hai scoperto la passione per il disegno? E soprattutto, quando hai capito che ne avresti fatto il tuo lavoro?
A differenza di molti illustratori, da bambina non sognavo affatto questo lavoro e guai a passare le giornate con i disegni. Preferivo cucinare, pasticciare con la farina. Se per casa girava della farina, anche scaduta, quella doveva essere mia e utilizzavo mia nonna Leonilda come dolce cavia per i miei esperimenti. Crescendo, fortunatamente la passione per la cucina mi è rimasta, ma da ragazza, ritrovandomi a scarabocchiare sui banchi di scuola durante le lezioni più noiose, ho capito che di quel modo di esprimermi non ne potevo più fare a meno. Da lì a farlo diventare una professione c’è voluto un po’, ma la strada era ormai tracciata: prima il liceo artistico, poi il lavoro in una tipografia. Di giorno facevo la grafica e a sera davo libero sfogo alla mia creatività. Con il passare del tempo ho acquisito sicurezza e fiducia in me stessa e alla fine un bel hobby è diventato il mio lavoro.
Tra i tanti libri che hai illustrato, ce n’è uno a cui sei particolarmente affezionata e che vorresti consigliare ai tuoi piccoli lettori?
Di libri a cui sono affezionata ce ne sono tanti perché ogni libro che illustro è una parte di me, ma
quello che rimarrà per sempre nel mio cuore è Chi ha paura del lupo Carnera? scritto da Roberto Pavanello e pubblicato dalle Paoline edizioni. È un libro che ho illustrato nel 2006, ma so per certo che è ancora uno dei più venduti della collana. È una storia movimentata e divertentissima, che ha per protagonista un piccolo scoiattolo un po’ birichino e un lupo “da paura”. Mi sono divertita un mondo a illustrare le loro avventure rocambolesche e al di là del fatto che amo disegnare gli animali e che le storie divertenti sono le mie preferite, questo libro mi ha anche dato modo di conoscere un autore che stimo e di cui apprezzo la scrittura.
Hai illustrato fiabe e favole, ma c’è una storia in particolare sulla quale ti piacerebbe metterti alla prova?
Già dalla prima lettura ho amato tantissimo Il Barone rampante di Calvino. Mi affascina la storia del protagonista, Cosimo, che dopo un litigio va a vivere sugli alberi, prima nel giardino di famiglia e poi nei boschi del circondario. Agli occhi di tutti, anche del lettore, Cosimo appare sempre più un fenomeno da baraccone. All’inizio persino la sua famiglia se ne vergogna, ma con lo scorrere della lettura, quando lo si trova a interagire con figure storiche del calibro di Diderot, Rousseau, Napoleone e lo Zar di Russia, si viene a scoprire lo stratagemma che Calvino usa per conferire la giusta dignità e importanza al suo amato personaggio, in parte autobiografico. Un grande classico della letteratura per ragazzi (godibilissimo anche dagli adulti) che mi piacerebbe proprio avere l’opportunità di illustrare in un libro.
Raccontaci come lavori. Sei ordinata e precisa come un orologio svizzero o disordinata e sognante come ogni artista che si rispetti?
Di solito mi programmo giorno per giorno, facendo un piano di lavoro la sera prima in base alle scadenze del momento. Anche se durante la giornata capita spesso qualche scombussolamento che mi costringe a rivoluzionare i lavori all’ultimo momento per far fronte a delle richieste urgenti. Per il resto sono disordinatissima, proprio come ogni artista che si rispetti.
Ho la fortuna di avere uno studio tutto mio con più tavoli e ognuno di loro ha un proprio ruolo. Ho il tecnigrafo bianco e rosso dove dipingo le tavole con al fianco il mio carrellino pieno di colori acrili, acquarelli e matite colorate. Un tavolo dove lavoro con il computer, con stampante e scanner sempre collegati e uno dove dipingo la porcellana con la sua mensola su cui appoggio porcellane bianche dalle forme più curiose.
Lungo tutto il perimetro della stanza si trovano le librerie ricche di libri che spaziano dagli albi illustrati, ai grandi classici, ai libri di fotografia, d’arte e di grafica.
Negli spazi che rimangono sulle pareti, ho appeso alcune mie illustrazioni e un cartellone di 1 metro x 3 che mi è stato gentilmente donato e dove campeggia la prima collana che ho illustrato: i libricini delle Conversazioni piccole… mio grande orgoglio.
Poi c’è il mio armadio segreto, una vetrinetta che racchiude la mia raccolta di albi illustrati da tutto il mondo.
Matita o pennello? Colori o bianco e nero? Qual è il tuo disegnatore preferito? E il tuo libro del cuore?
Comincio dal fondo. È difficile per me scegliere un libro del cuore. Perché amo i libri in quanto tali. Amo la carta, il profumo del libro appena stampato. Amo collezionare i libri che trovo nei mercatini o nascosti e dimenticati tra gli scaffali delle librerie. Comunque, per rispondere alla domanda, anche come consiglio di lettura, mi piace molto Il catturastelle scritto da Chicco Padovan. Una piccola storia che racchiude tanta dolcezza e poesia. Mi piace in tutto: la copertina, le illustrazioni in bianco e nero. Sono contenta di aver seguito e contribuito, seppur in piccolissima parte, alla sua nascita.
Per quanto riguarda i miei strumenti di lavoro, i pennelli sono i miei preferiti. Mi piacciono le tavole materiche con spessore, mi piacciono le pennellate fresche e i colori brillanti, ma se devo fare un ritratto, e qualche volta mi capita, preferisco il bianco e nero a matita o a china.
Sono tanti gli illustratori che ammiro, chi per una ragione, chi per un’altra. Uno dei miei preferiti a tutto tondo è AntonGionata Ferrari. Adoro il suo tratto fresco ed elegante, la sintesi dei suoi disegni e i suoi colori brillanti.
Fai un saluto ai lettori del nostro blog?
Ai giovani lettori del blog voglio fare un augurio sincero: avere la mia stessa fortuna di trasformare il proprio hobby preferito in una professione. Il lavoro che si ama è una grande ragione di vita. Ciao!!!