Parlare di Maria con i piedi per terra significa parlare di Maria per quella che è, senza lasciarsi travolgere dalla “retorica roboante” o dalla passione che acceca; significa parlare di una madre e una sorella spirituale, una presenza discreta che comunica nel silenzio, attraverso “sguardi interiori e cenni d’intesa”.
La Madonna di cui Curtaz parla nel suo ultimo libro è l’“adolescente acerba” che vive in subordine a Gesù e al progetto di Dio, e non ha niente a che fare con il “guazzabuglio di devozione e superstizione, miti ancestrali e semplificazione teologica, paradigmi psicologici e pura retorica religiosa” con cui alcuni devoti e presunti veggenti tendono a cristallizzarla.
Il teologo e scrittore aostano propone un approccio caldo e personale, rifiutando ogni eccesso (figurarsi vedere “l’umile serva del Signore trattata come una regina”) e banalizzazione.
Per i nostri lettori, un estratto dal nuovo libro di Paolo Curtaz.