A quasi un mese dalla divulgazione di Laudato si’ è giunto il momento di fare, seppure brevemente, il punto sulle reazioni che l’enciclica di papa Francesco ha sollevato nel mondo.
L’uomo deve «“coltivare e custodire” il giardino del mondo (cfr Gen 2,15)». Così scrive papa Francesco nella sua Laudato si’. Enciclica sulla cura della casa comune. I temi legati all’ecologia e all’ambiente sono molteplici e i loro risvolti complessi e innumerevoli. Francesco li affronta con uno sguardo ampio, illuminato e – come ci ha abituato dal principio del suo pontificato – sorprendente.
Non si tratta solo di ecologia, ma di economia, giustizia sociale e naturalmente di una visione cristiana del mondo; la richiesta di rispetto verso un mondo che Dio ha creato per l’uomo e l’uomo non può permettersi di sfruttare e mercificare a proprio piacimento. La natura, scrive papa Francesco «è anche come una sorella con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia».
Come si evince dal titolo, fonte di ispirazione primaria dell’enciclica è San Francesco; d’altronde il poverello d’Assisi era stato posto a modello da Bergoglio già nella scelta del nome pontificale.
Non sono mancate reazioni e commenti da tutto il mondo, cattolico e laico. Ad esempio Greenpeace, Legambiente e Wwf hanno scritto, in un comunicato comune, che «il Papa è riuscito davvero a parlare a tutti, credenti e non» e – sottolineano – «non era probabilmente mai accaduto prima un evento di tale ampiezza», infatti Laudato si’ «apre anche una profonda riflessione sul rapporto tra crisi ecologica e sociale, due facce della stessa medaglia da affrontare e risolvere insieme per affermare una giustizia ambientale e sociale».
Naturalmente non è possibile suscitare consensi unanimi e non sono mancate alcune critiche, peraltro poco mirate come quelle di Antonio Socci, popolare scrittore e giornalista, che scrive:
«È commovente vedere quanto accoratamente il papa argentino nell’enciclica si preoccupa della sopravvivenza di “alghe, vermi, piccoli insetti e rettili”, specie che “di solito passano inosservate” (n. 34). Invece all’incerta sopravvivenza dei cristiani perseguitati, torturati, deportati, non è stata dedicata nessuna enciclica. Sono massacrati senza che nessuno alzi la voce».
Forse Socci dimentica i continui richiami e le preghiere di papa Francesco per i martiri cristiani; ad esempio durante il Lunedì dell’Angelo, quando Bergoglio ha chiesto aiuto per quanti nel mondo sono «perseguitati, esiliati, uccisi, decapitati per il solo fatto di essere cristiani… Loro sono i nostri martiri di oggi e sono tanti, possiamo dire che sono più numerosi che nei primi secoli».
Critico è stato pure Jeb Bush, candidato repubblicano alla Casa Bianca e figlio dell’ex-presidente G.W. Bush che ha dichiarato: «Non mi faccio dettare la politica economica dai miei vescovi, dai miei cardinali o dal mio Papa».
Di diverso avviso è invece il presidente Obama che ha affermato di ammirare «profondamente la sua decisione di sollevare il caso, con chiarezza e potenza e con l’autorità morale della sua posizione, per un’azione globale sui cambiamenti climatici» e lo stesso dicasi per il teologo Leonardo Boff, strenuo difensore dei diritti dei più poveri che ha dichiarato a RaiNews: «Il Papa ha innovato la discussione proponendo l’ecologia integrale che va ben oltre l’ecologia ambientale dominante», le parole di Francesco sono un richiamo per la difesa della casa comune, che – in quanto tale – appartiene a tutti, anche e soprattutto agli ultimi, sfruttatti e schiacciati da un paradigma economico-tecnologio che uccide.